Se stavate pensando di acquistare casa prima della crisi sanitaria e a causa di questa avete rinunciato, è arrivato il momento di ritirare fuori il progetto dal cassetto. Una congiuntura economica tanto favorevole non si vedeva da tempo e sarà difficile che torni a ripetersi nel breve termine. Dopo un periodo (già dall’ultimo trimestre del 2019) in cui i tassi dei mutui, sia quelli fissi che quelli variabili, hanno segnato una graduale e costante discesa, qualche giorno fa si sono toccati i minimi storici, sconfinando addirittura sotto lo 0,5% (0,3% i tassi variabili e 0,4% i fissi).
Stesso momento di grazia per le surroghe (meccanismo che permette al contraente di un mutuo di cambiare istituto di credito che offre tassi e condizioni migliori), che hanno evidenziato uno sconto di circa 20 -30 punti base rispetto a fine 2019. Sono numeri che fanno drizzare le antenne e non solo agli investitori più esperti: se i tassi si mantenessero su queste cifre, far fronte a un mutuo (anche ventennale o trentennale), sarebbe molto meno oneroso per i contraenti.
Il merito, è il caso di dire in questo caso, è stata la contrazione delle compravendite rispetto al 2019 causata dalla pandemia, in Italia pari al -23,6%, il dato più negativo trai principali Paesi europei, con un conseguente calo del giro d’affari complessivo del 15,2%. Secondo l’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, le città italiane più penalizzate dal crollo delle compravendite nel secondo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 sono Napoli (-35,8%), Palermo (-34,2%), Bologna (-28,1%), Torino (-27,5%) e Milano (-26,5%).
Tuttavia, non è detto che si tratti di una situazione consolidata e duratura. “I tassi fissi, preferiti nel 97% dei casi dai nostri clienti, hanno registrato un progressivo abbassamento a partire dall’ultimo trimestre dello scorso anno”, spiegano dalla Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo. Per fare un esempio concreto, confrontando un mutuo medio (130.000 euro in 20 anni) erogato a marzo dello scorso anno con uno erogato nello stesso mese del 2020, il tasso fisso si è ridotto di oltre 100 bps (100 basis points equivalgono all’1%, ndr) con un risparmio sulla rata mensile di circa 75 euro.
Per quanto riguarda i mutui a tasso variabile, le variazioni degli spread sono meno significative, spiegano sempre gli analisti di Banca Intesa: “I clienti hanno potuto beneficiare della progressiva riduzione dell’Euribor che attualmente registra valori negativi. È una tendenza che applichiamo a tutti i tipi di immobili con particolare attenzione, attraverso uno sconto ad hoc, alla clientela che acquista immobili ad alta efficienza energetica oppure che li riqualifica (upgrade di almeno due classi energetiche). In una fase così volatile è sempre difficile fare previsioni, anche se ci si può attendere che nei prossimi mesi si verifichi un lieve e graduale rialzo, soprattutto per i tassi fissi, mantenendo comunque i livelli su valori estremamente contenuti”.
Stando al parere degli operatori del settore che si sono riuniti a Santa Margherita Ligure l’11 e 12 settembre 2020 nel 28esimo Forum di Scenari Immobiliari, dati alla mano, il 2021 sarà sicuramente un anno migliore di quello attuale per i mercati immobiliari europei. Cauto ma palpabile ottimismo nel bellissimo parco e tra le sale del Grand Hotel Miramare per l’incontro che si è deciso di organizzare in presenza e di intitolare significativamente “Après le déluge”, “dopo il diluvio”.
Nel real estate si attendono cifre con il segno più: in Italia +7,8%, con un settore residenziale trainante che si prevede potrebbe arrivare a +9%. Lo indica l’European Outlook 2021, il rapporto previsionale che fotografa l’andamento del mercato immobiliare in Europa e che viene presentato ogni anno in questa occasione. Una vera boccata di ossigeno per il mercato immobiliare italiano che rispetto al 2019 ha visto scendere il fatturato del 10% nel comparto residenziale e addirittura del 70% in quello alberghiero.
Secondo le previsioni presentate da Scenari Immobiliari, per il 2021 è atteso un ritorno sui livelli medi dello scorso decennio, con in testa Milano in forte ripresa e una crescita del giro d’affari del comparto residenziale di circa l’8,7% e addirittura del 150% di quello alberghiero (variazione 2021/2019). “Le previsioni per gli ultimi mesi del 2020 sono decisamente meno negative di quelle catastrofiche del primo trimestre”, ha spiegato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, presentando l’Outlook. “Dopo i vari lockdown i mercati hanno ripreso una modesta attività in Europa e nel quarto trimestre si dovrebbe tornare ai trend normali in tutti i Paesi dell’area Ue. È indubbio, a ogni modo, che quanto accaduto cambierà profondamente il settore e le aspettative di investitori e utilizzatori”.